L’Inghiottitoio del Caravo si apre nell’alveo del rio Bacuta e smaltisce tutte le acque che quest’ultimo raccoglie dalle pendici della dorsale del M. Rotondo e del M. Pannello. La prima esplorazione del inghiottitoio fu fatta nel 1952, durante le campagne del CSR al Bussento durante la quale gli speleologi, con i loro mezzi rudimentali si calarono complessivamente per 152 metri, arrestandosi soltanto davanti ad un sifone: per compiere l’ardua impresa rimasero nella grotta per 50 ore consecutive (Franchetti, 1954; Spicaglia, 1954). Successivamente il Gruppo Speleologico Valtiberino rivisitò l’inghiottitoio nell’agosto del 1986, ipotizzando un collegamento tra il sifone terminale della grotta e il sifone pensile ritrovato al fondo dell’Inghiottitoio dell’Orsivacca (GSV, 1986). L’ingresso della grotta, facilmente raggiungibile tramite un comodo sentiero segnalato, si presenta con un ampio portale alto circa 15 metri che immette subito su un pozzo di circa 20 metri, con un laghetto alla base nel quale si precipitano le acque formando un cascata quando l’inghiottitoio è in piena. Da questo ambiente si giunge, attraverso un’apertura a finestra, ad un successivo pozzo di forma subcircolare di circa 70 metri, interrotto da qualche cengia. Alla base di quest’ultimo si apre una piccola galleria, a forma di canyon, che si sviluppa in direzione sud, interrotta da un paio di pozzi di 20 e 30 metri alla base dei quali sono presenti piccoli laghi e da una lunga serie di marmitte. Percorso questo tratto si giunge al lago-sifone terminale, di forma subcircolare, con uno sperone di roccia emergente al centro, dove si sono arrestate fino ai giorni nostri le esplorazioni nell’inghiottitoio. Complessivamente l’Inghiottitoio del Caravo presenta un andamento prevalentemente verticale con un dislivello totale di 153 metri, e uno sviluppo di circa 122 metri; un‘eventuale futura esplorazione dovrebbe prevedere il superamento del sifone terminale, per verificare l’ eventuale prosecuzione della grotta.
Integralmente da “Atlante delle Grotte della Campania”