Descrizione
L’Affondatore di Vallivona raccoglie le acque dell’omonimo bacino chiuso, con superficie di circa 6,3 km2. L’acqua scorre sul flysch miocenico per poi inabissarsi al contatto con il calcare, nel punto più basso della conca. Il torrente ha scavato nei calcari una profonda forra con una serie di pozze e cascatelle, che termina con il maestoso portale dell’Affondatore di Vallivona: una spaccatura alta una decina di metri, larga 6. Sulle pareti della forra si notano vari condotti, alcuni dei quali sono stati esplorati. Una parte delle acque provenienti dalla valle e drenate dall’Affondatore risorgono nella sorgente di Varco la Peta, a quota 909 m, situata 800 m a SSW dell’ingresso; un’altra parte delle acque segue una via più profonda ed emerge dalla sorgente Montemenzano a quota 580 m, situata 3 km a SW dell’Affondatore. L’ingresso della grotta è stato parzialmente chiuso da una diga in cemento, che convoglia le acque verso una galleria artificiale (dimensioni 2,5 x 2,5 m) realizzata a fianco dell’ingresso. Di conseguenza l’Affondatore si attiva come inghiottitoio solo in caso di piene eccezionali; la galleria artificiale drena buona parte delle portate di piena, convogliando le acque nel vallone dell’Inferno poco a monte delle sorgenti. All’interno della grotta, una venuta d’acqua perenne posta nella galleria iniziale alimenta il corso d’acqua sotterraneo. Superata la diga, dopo una ventina di metri, al termine del tratto illuminato dalla luce esterna, si scende un saltino di 4 m, con alla base una marmitta scavata dall’acqua della cascata, caratteristica che in questa grotta si riscontra alla base di ogni salto. Si avanza per un centinaio di metri in un’ampia galleria alta circa 10 m, diretta verso E, fino ad un punto caratteristico (passaggio a gattoni, punto 2), oltre il quale la galleria, che si biforca per riunirsi subito dopo, cambia bruscamente direzione: per una quarantina di metri verso N, poi per un centinaio di metri verso W, sempre larga circa 5 m ed alta 10 m. In corrispondenza di una nuova svolta verso E, si può proseguire dritti risalendo un affluente (Diramazione Franchetti, punto 3): si risalgono due salti di 3 e 4 m seguiti da un passaggio quasi sifonante lungo oltre 20 m; un restringimento non consente la prosecuzione. Il ramo principale della grotta prosegue per un lungo tratto (170 m) con una successione di laghi e salti (5, 5, 2 m). Una nuova svolta verso S e si superano due saltini di un paio di metri, arrivando sopra un salto di circa 6 m, con un lago alla base. Questo punto è posto quasi sulla verticale del “passaggio a gattoni”, 40 m più in basso. La galleria prosegue verso E alta una decina di m, larga un paio, poi si scendono un P26 e un P14. Da qui al sifone terminale la grotta si dirige complessivamente verso SSE, con una alta e larga galleria in leggera discesa, lunga oltre 200 m, interrotta da un unico salto di 2 m e da qualche lago. Una settantina di metri prima del fondo si nota sulla sinistra una grande frana concrezionata che i primi esploratori trovarono ricoperta da una miriade di lumache (punto 9). La cavità termina in una sala sifonante a 125 m di profondità, con uno sviluppo spaziale complessivo di 800 m. Parte delle acque che percorrono l’Affondatore dovrebbero fuoriuscire, almeno in parte, nella Risorgenza di Varco la Peta, lontana circa 500 m dal sifone terminale con un dislivello di un centinaio di metri. La risorgenza è attiva anche d’estate anche se con portate minime. Gli speleosub si sono immersi nella sorgente e, dopo uno scavo subacqueo, hanno superato un sifone lungo circa 35 m, sbucando in un’ampia galleria non allagata che hanno risalito per un breve tratto fino ad una cascatella alta 4 m, oltre la quale la galleria continua inesplorata.
Integralmente da “Atlante delle Grotte della Campania” FSC
Grotta verticale ed acquatica particolarmente fredda obbligatorio l’uso della muta