Nei ditorni di Kamaraton
Il territorio di Camerota ricade nel territorio del Cilento questo è inserito nella rete delle Riserve della biosfera del Mab-UNESCO (dove Mab sta per “Man and biosphere”): su tutto il pianeta (in oltre 80 stati) si contano circa 350 di queste particolari aree protette, che servono per tutelare le biodiversità e promuovere lo sviluppo compatibile con la natura e la cultura. Nel 1998 il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni di cui Camerota fà parte è stato inserito insieme ai siti archeologici di Paestum, Velia e il Vallo di Diano, nella lista di patrimonio mondiale dell’umanità.
Grotta della Cala
Grotta della Cala si apre a pochi metri dal mare. La pianta della caverna ha una forma a clessidra ed è composta da un’antegrotta e da un retrogrotta, collegati da strozzatura. Le testimonianze archeologiche in questa grotta indicano una frequentazione iniziale da parte di gruppi Neandertaliani nel Paleolitico medio, ed un più sistematico utilizzo della grotta da parte di uomini anatomicamente moderni (Homo sapiens) succedutisi nel tempo, fra 30 mila e 10 mila anni or sono, con una interruzione (come a Grotta della Serratura) fra 24 mila e 16 mila anni fa, in corrispondenza dell’ultimo periodo di massimo raffreddamento climatico. Gli strati più significativi di un particolare periodo culturale del Paleolitico Superiore, chiamato Gravettiano. Questi livelli sono caratterizzati da un’ampia varietà di strumenti in pietra, come grattatoi e punte a dorso, da abbondandi resti faunistici, conchiglie marine utilizzate come ornamenti, manufatti in osso e focolari. L’economia di caccia era basata sopratutto sullo sfruttamento del Cervo. Dagli strati più recenti provengono interessanti reperti: dal Maseolitico un ciottolo dipinto, dal Neolitico una sepoltura infantile e dalla successiva Età del Rame dei contenitori in ceramica e alcuni ami in osso, ingenmtiliti dalla forma a pesciolino dell’attacco a cui si fissa il filo della lenza.
Informazioni e prenotazioni chiamando +39 349 552 4095
Grotte Monti Alburni
Si forniscono le schede per alcune maggiori grotte sul massiccio degli Alburni, alcune sono parzialmente armate con chiudatura fissa si consiglia di aver con se corde ed attacchi.
Grotta di Fra Gentile CP 250 Coordinate 40.498839, 15.365609 | Scheda | Card |
Grotta del Falco CP 448 Coordinate 40.481890, 15.407740 | Scheda | Card |
Grava dei Vitelli CP 253 Coordinate 40.500998, 15.360746 | Scheda | Card |
Grava D'Inverno CP 672 Coordinate 40.506222, 15.377959 | Scheda | Card |
Grava Minollo CP 1005 Coordinate 40.454985, 15.402745 | Scheda | Card |
Ingiottitoio sotto Serra Carpineto CP 488 Coordinate 40.508754, 15.366536 | Scheda | Card |
Forre
Si forniscono le schede per alcune forre nel territorio del Cilento.
Vallone dell’Inferno
Grotte di Pertosa – Auletta
Le Grotte di Pertosa-Auletta sono uno dei geositi focali del Geoparco “Cilento” e presentano due unicità: sono le uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Negro; ma sono anche le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.
La visita alle grotte turisticamente attrezzate (percorsi segnati e comodi) ed illuminate da un impianto di ultima generazione, si trasforma in una piacevole avventura. Il fiume offre un affascinante ed inconsueto viaggio in barca, immersi in un silenzio magico, interrotto soltanto dal fragore degli scrosci della cascata sotterranea.
Grotte di Castelcivita
Le Grotte di Castelcivita costituiscono, con un totale di circa 4800 m di lunghezza, uno dei complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale. Il sistema di cavità sotterranee, si apre a 94 m di altitudine, tra le rive del fiume Calore ed il versante sud-occidentale dei monti Alburni, mostrando da subito un suggestivo scenario di gallerie, ampi spazi e strettoie scavati dall’azione millenaria dell’erosione carsica.
Grotta della Monaca
Grotta della Monaca è situata nel comune di Sant’Agata di Esaro, nel settore nord-occidentale della regione Calabria. La cavità domina con un maestoso ingresso (600 metri di altitudine s.l.m.) l’alta valle del fiume Esaro ed è collegata alla costa tirrenica tramite il valico montano del “Passo dello Scalone” (740 metri s.l.m.). Il suo nome deriva da una concrezione di calcite con sembianze antropomorfe presente in uno degli ambienti interni.